Carissimi, in questo momento così difficile che stiamo vivendo, dobbiamo fare memoria nella nostra storia e nella storia della Chiesa di come Dio Padre è sempre stato presente e ci ha sostenuto nei momenti di sofferenza e paura.
Il Signore ci chiede di avere più coraggio e ci dice :”Io sono in mezzo a voi”.
Siamo entrati in un tempo di quaresima, in un tempo di attesa, che non significa perdita di tempo ma un tempo di cura, di attenzione.
Attenzione verso noi e l’altro, con la cura della famiglia, della casa, dei figli, dei nostri genitori, dei nonni ma anche di chi vive vicino a noi, magari solo, senza una parola di conforto.
In questi momenti, di rispetto per alcune regole indispensabili volte alla tutela della nostra salute e di quella delle persone con cui veniamo in contatto, il Signore ci chiede di tornare alle origini e trasformare le nostre case in piccole chiese domestiche, capaci di essere la prima scuola di preghiera per noi e i nostri figli e, attraverso l’ascolto della Parola, esprimere la consapevolezza del Suo Amore e della Sua Presenza.
Ci viene chiesto anche il digiuno eucaristico, ma proprio quando ci viene a mancare la Celebrazione dell’Eucarestia, allora riscopriamo il grande Dono che essa è per la vita della Chiesa e del mondo.
Il Signore è grande e non ci lascia soli in questi momenti e attraverso la comunione spirituale Lui viene a fare Eucarestia con noi. E’ in questi momenti che ci chiede di essere pane spezzato per gli altri.
Abbiamo la possibilità di ascoltare la messa tramite televisione, recitare il rosario, pregare per tutte quelle persone malate che soffrono in solitudine questa pandemia, per le loro famiglie che non possono star loro vicino, per i medici, gli infermieri, gli ausiliari e i tanti volontari che lavorano negli ospedali e sul territorio che vivono in prima linea questo dramma, per il Papa, per la nostra Chiesa, i nostri vescovi, i nostri sacerdoti, ma soprattutto per i nostri governanti perché possano essere guidati a scelte giuste per tutti noi.
In questi giorni abbiamo più tempo da dedicare ai nostri figli, agli anziani che vivono con noi ma abbiamo anche tempo per poter sentire quelle persone che magari è una vita che non sentiamo, quelle persone che magari vivono vicino a noi e sappiamo che sono sole. Il Signore ci chiede di alzare lo sguardo e incrociarlo con il Suo dall’alto della Croce e attraverso i suoi occhi vedere il mondo con una luce nuova.
Cerchiamo di intrecciare sempre più rete, relazioni d’Amore, perché solo così potremo rendere visibile la Sua presenza in mezzo a noi.
Ci uniamo alla preghiera comune di ognuno di voi certi di poter vivere tutti insieme una Pasqua di Resurrezione.
Giorgio Anna e Piergiorgio
con tutto l’ufficio di pastorale famigliare e l’ufficio per la pastorale della salute